NON ESISTONO PICCOLE STORIE
È possibile riuscire a emozionare in 280 caratteri il pubblico di Twitter, un social che costringe di fatto a essere sintetici e concisi nel condividere fatti e notizie? La risposta è sì, assolutamente.
A tutti piacciono le storie. Da qui è nata l’idea di Johannes Bückler di plasmare una piccola Spoon River, in cui a prevalere sono le emozioni e i sentimenti. Il lettore vi troverà raccontate vittime di guerra, di mafia, di terrorismo. Vittime di quell’odio sfociato poi nelle leggi razziali e nei campi di sterminio. E non solo. Uomini, donne e bambini cui la Storia ha marcato in maniera indelebile la pelle e le vicende personali. Questo libro vuole rappresentare un tributo necessario, per serbarne e mantenerne viva la memoria in tempi difficili come i nostri.
«Nessuno deve sapere chi sono, nemmeno la mia famiglia.»
Così si presentava su Vanity Fair, a fine agosto 2011, Johannes Bückler, che successivamente avrebbe cominciato a denunciare sul Corriere della Sera un sistema fiscale iniquo dove a pagare sono sempre i soliti noti. Oggi racconta storie su Twitter e, con i suoi oltre 30mila follower, è oramai considerato una vera e propria “Tweet-Star”. Nessuno sa chi si nasconda dietro questo pseudonimo. Nessuno sa chi ha raccontato le storie contenute in questo libro. Ma diciamoci la verità: è poi così importante?
Recensioni
Mi è arrivato come omaggio dato che avevo acquistato due libri, e sono rimasta piacevolmente sorpresa. Innanzitutto, queste storie sono dotate di volti, perché il libro è arricchito di fotografie. Poi, ogni storia è scritta con partecipazione. Non avendo studiato a scuola la Resistenza Partigiana, non conoscevo quelle persone, quei resistenti. Conoscevo la storia di Saamia Yusuf Omar, per aver letto il libro Non dirmi che hai paura, di Giuseppe Catozzella, molto bello. Grazie People!