COSA CAMBIA
Genova, oggi. In un hotel alle porte della città, un giornalista ha aperto una mappa, ha collegato i cavi del suo computer portatile, della sua videocamera e del suo smartphone per ripercorrere quanto accaduto al G8 del luglio 2001. Il bisogno di dimenticare Angela, lasciata senza alcuna spiegazione dopo una lunga convivenza, lo aveva spinto quell’estate ad andare a Genova per scriverne e per manifestare. Non avrebbe mai potuto immaginare ciò che sarebbe successo.
Nonostante gli anni trascorsi, le immagini di allora non smettono di ossessionarlo: la città barricata, i militanti no-global, i black bloc, i gas lacrimogeni, i colpi di manganello e l’omicidio di Carlo Giuliani, la “macelleria messicana” alla scuola Diaz, i soprusi, le violenze inaudite, le torture a Bolzaneto. Come si è potuto scivolare in questo modo nell’orrore?
In sordina e nel silenzio del suo ritorno in quei luoghi, l’io narrante ci fa riascoltare il frastuono e l’accanimento di un potere che, in quei tre giorni, si è fatto beffe della democrazia.
«Questo libro di Roberto Ferrucci non è né una testimonianza né un romanzo. Allora che cos’è? È un testo letterario nel senso più potente, e secondo il compito più profondo che possa assumere la letteratura.»
Dalla prefazione di Antonio Tabucchi
Roberto Ferrucci è nato a Venezia (Marghera) nel 1960. Vive nella città storica, ma gran parte della sua attività di scrittore si svolge ormai in Francia. Insegna scrittura creativa nelle Università di Padova e di Venezia, oltre che a Parigi e a Lille. I suoi ultimi libri sono Ces histoires qui arrivent (La Contre Allée 2017), dove ha provato a raccontare lo scrittore Antonio Tabucchi e uscito per ora solo in Francia, e Venezia è laguna (Helvetia Editrice 2019). Scrive su giornali e riviste. Il suo sito è www.robertoferrucci.com.