EASY NARCOS
Carmagnola, maggio 2017. Al secondo piano di un capannone, tra i campi della patria dell’omonima varietà di Cannabis Sativa, il telefono non smette di squillare. Da mezzo mondo arrivano offerte per acquistare tonnellate di semi e fiori. In cinquant’anni di attività, non è mai successo nulla del genere. Il motivo? Dopo un’illuminazione e mesi di riunioni corsare, Luca Marola e i suoi hanno messo a punto la ricetta giusta per rifare il look alla canapa industriale. Finiti i tempi del confino negli smart shop, la cannabis diventa light e buona da fumare e, dettaglio non da poco, costa quanto quella illegale.
A poche ore dal debutto, EasyJoint deve chiudere le vendite online perché il sito non regge. Aprono migliaia di negozi, nascono nuovi brand. È sorto un mercato promettente, con un problema non da poco: manca una legge. La canapa industriale si può produrre, ma non fumare.È ora di dare l’assalto ai palazzi romani. Con il governo giallo-verde va male: il M5S è un alleato infedele; il leader della Lega, un nemico giurato. Il governo è cambiato, ancora non è scritta la parola fine. Chi vincerà la guerra?
«EasyJoint è pura disobbedienza civile che prende corpo, mascherata da brillante iniziativa economica. Funziona, perché se ti metti a distribuire marijuana per strada, come hanno sempre fatto i Radicali di Marco Pannella, chi ti vede ha già una sua idea sulla droga. Molto difficile fargliela cambiare. Ma se inizi a vendere il fiore di canapa, che droga non è, allora obblighi l’altro a mettere in discussione quello in cui crede. Chiunque è portato a chiedersi: perché non c’è una legge? Cosa c’è di male? Perché non si potrebbe vendere? Sarà mica peggio delle sigarette, per dire. Alla fine, è solo una pianta.»
Nadia Ferrigo – Nata a Biella nel 1985 e laureata in Giurisprudenza a Pavia, ha due praticantati: da avvocato e da giornalista. Lavora a La Stampa, redazione inchieste e cronache italiane. Scrive di diritti “sociali, civili e delle donne. Su Audible con il podcast Narravita, il paese dei tabù, dedicato a quel che non si dice (quasi mai) ad alta voce; su carta – e su Instagram – con la rubrica fotografica Istantanee.