LADRI DI DENTI
Non è semplice trovare le parole adatte per descrivere i rapporti tra italiani e stranieri. Così come non è semplice individuare il senso stesso della parola “straniero”, quando quel senso vive dentro confini che la legge e la cultura di adozione non reputano mai propri fino in fondo. “Razzismo” è una parola fraintesa, abusata, rifiutata. Suscita immaginari che nella società italiana sono difficili da guardare. La negazione è dietro l’angolo, la soluzione sfugge.
Oggi è possibile parlare di questo tema, ma in Italia la tendenza è quella di prendere parola per conto di chi quell’esperienza politica ed esistenziale la vive, ogni giorno, senza troppa poesia.
Ladri di denti è una raccolta che ripercorre storie di furti di nomi e di vite. E un tentativo di spiegare l’esperienza nera e italiana dell’esproprio esistenziale, in tutte le sue forme.
Djarah Kan (1993) è una scrittrice italo-ghanese. Cresciuta nella provincia di Caserta, fin da piccola si interessa alla scrittura come mezzo di espressione e resistenza, in una comunità difficile, profondamente segnata dalle tensioni razziali tra residenti italiani e comunità africane. È proprio in questo clima di segregazione che crea, con l’aiuto del suo migliore amico e fotografo, il blog Kasava Call, che le permetterà di scrivere in maniera costante di Castel Volturno, cittadina di mare con un passato complesso. Da quel momento in poi pubblica per diverse riviste, fino a partecipare al Women’s Creative Mentorship Project, quindi all’International Writing Program finanziato dall’Università dell’Iowa.