NON CHIAMATELO RAPTUS
Uomini che uccidono donne, uomini incapaci di elaborare i propri fallimenti, uomini che agiscono violenze piccole e grandi in virtù di una presunta superiorità che li assolve. Siamo stanch*? Sì. Possiamo farcela? Sì, ma sarà un processo lungo e laborioso. Perché il cambiamento passa per l’educazione: insegnare il rispetto e una sana affettività è la sola strada percorribile. Quella che dobbiamo costruire. A cominciare dai bambini e dalle bambine, dalle giovani generazioni, nelle scuole e fuori dalle scuole, per le strade, in casa, in tutti i luoghi di comunità. Ne va della vita delle nostre figlie, delle nostre nipoti, delle nostre sorelle, delle nostre amiche, delle nostre colleghe. E anche dei nostri figli. Perché ogni femminicidio, oltre a essere una tragedia per la vittima e per la sua famiglia, è una sconfitta della società e dello Stato.
«Parlare di violenza sistemica non vuol dire presumere che in ogni maschio si nasconda un femminicida, ma significa, piuttosto, riconoscere l'esistenza di un sostrato sociale e culturale che, in alcuni casi estremi, arriva fino al femminicidio. Osservare solo i femminicidi e dimenticare il resto vuol dire fare finta che quel puzzle non esista. E invece c'è: è qui, davanti ai nostri occhi. Basta unire i pezzi, che è esattamente ciò che fa Stefania Anarkikka Spanò: mette in fila tanti, troppi episodi che dobbiamo ricordare, uno per uno, mostrandoci quel disegno perverso che ancora troppe persone negano.»
Dalla prefazione di Vera Gheno
Stefania Spanò, in arte Anarkikka, è autrice, vignettista, illustratrice, femminista. Organizza campagne sociali, in particolare contro la violenza di genere, attraverso l'ideazione e la realizzazione di slogan, loghi, illustrazioni, manifesti e video. Collabora da anni con i Centri AntiViolenza. Per il CPO di Trento, la sua campagna contro gli stereotipi di genere è stata stampata su 150mila bottiglie di Latte Trento. Dal 2017, per la CGIL Nazionale cura la comunicazione di molti eventi, soprattutto legati alle giornate dell'8 marzo e del 25 novembre. Per FISAC CGIL ha realizzato il calendario Mamma, non mamma... Quando le donne non hanno scelta. È autrice di copertine per Fandango (Quelli che spezzano di Tiziana Barillà) ed Einaudi (Stai zitta di Michela Murgia, per il quale ha realizzato anche le illustrazioni). Per People, ha pubblicato Smettetela di farci la festa (2021) e il calendario Santa, maDonna (2023). Nel 2022 l’associazione Differenza Donna le ha riconosciuto l'Award per mettere il proprio talento al servizio del femminismo e della libertà delle donne. La sua storia è parte di Ho detto no. Come uscire dalla violenza di genere (Il Sole 24 Ore) scritto dalle giornaliste Chiara di Cristofaro e Simona Rossitto. Dal 2022 pubblica sul quotidiano lasvolta.it.