PASIONARIA
Come ha fatto una donna nata nel 1895 da una famiglia di minatori, tradizionalista e cattolica della profonda Biscaglia, a diventare una Pasionaria, un’icona mondiale del movimento operaio e della Resistenza antifascista? Questo errore di sistema, questa svolta inaspettata nella biografia di una religiosa di Gallarta, il cui sogno di fare la maestra è stato interrotto dal machismo familiare, è al centro di questo saggio dello storico e giornalista Diego Díaz Alonso. Con le sue luci e le sue ombre, il libro aiuta a scoprire la figura di Dolores Ibárruri, testimone e protagonista di alcune delle tappe principali del XX secolo. Ibárruri diventò Segretaria generale di uno dei principali partiti comunisti dell’Europa occidentale, unica donna membro dell’ufficio del Comintern. Pioniera del femminismo socialista negli anni Trenta, che antepose la rivoluzione alla maternità, ci sono molte vite possibili nell’inaspettata vita di Dolores Ibárruri.
«Dolores la vidi improvvisamente vicino a dove mi trovavo, era appena arrivata. Si trovava nell’atrio delle Botteghe Oscure, il grosso edificio dove allora aveva sede il Partito Comunista italiano, il più grande dell’Occidente. Me la trovai d’improvviso a pochi passi da me perché quello era il punto di partenza del corteo che avrebbe accompagnato la bara del Segretario, Palmiro Togliatti, appena arrivato dalla lontana Yalta, dove era deceduto dopo una breve agonia. Era il 24 di agosto del 1964.»
Dalla prefazione di Luciana Castellina
«Essere eletta Segretaria generale di un partito comunista nel XX secolo, in quanto donna, non era alla portata di nessuno, o quasi. Vi viene in mente il nome di qualche leader comunista, contemporanea o meno di Ibárruri, che abbia raggiunto una tale dimensione politica internazionale? Forse solo Rosa Luxemburg.»
Dall’introduzione di Pablo Iglesias
«Credo sinceramente che questo libro dello storico Diego Díaz ci aiuti a capire il personaggio da una prospettiva molto contemporanea. È un resoconto rigoroso e onesto, ben comprensibile anche per le giovani generazioni. Più che una revisione del mito, questo libro propone una migliore comprensione del personaggio. Questo libro non si arrende alla leggenda.»
Dalla postfazione di Enric Juliana
Tradotto dallo spagnolo da Marcello Belotti
Diego Díaz Alonso (Oviedo/Uviéu, 1981) ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia presso l'Universidad de Oviedo e lavora come ricercatore in diversi ambiti come la storia della sinistra, i movimenti sociali, la cultura e le identità nazionali. Collabora regolarmente con la rivista El Salto, oltre a dirigere il giornale digitale Nortes. Tra le sue pubblicazioni, Disputar las banderas. Los comunistas, España y las cuestiones nacionales (1921-1982) (Trea 2019).
Marcello Belotti (1971), traduttore. Laureato in Lettere moderne presso l'Università Statale di Milano, lavora da vent’anni a Barcellona come traduttore, doppiatore e insegnante di italiano nelle EOI (Escuelas Oficiales de Idiomas). Ha tradotto diverse opere dallo spagnolo e dal catalano all'italiano e viceversa, oltre a essere stato ideatore e curatore di vari volumi tradotti dall'italiano allo spagnolo da altri traduttori, principalmente per Icaria Editorial (Barcellona).