SCRITTI MEDITERRANEI
Chi ricorda gli inizi delle politiche di respingimento di metà anni Duemila e i loro sviluppi, ritroverà in queste pagine un sollecito. Chi invece non le ricorda potrà esserne sorpreso, perché questo viaggio dura 15 anni e ci porta dritti all’attualità, fino ai centri di detenzione per migranti in Albania, per capire meglio come siamo arrivati fin qui, nel cuore di un’Europa sempre più segnata da nazionalismi e chiusure.
Questo libro è un diario o forse un cammino – tutt’ora aperto – che ci riporta indietro e avanti nel tempo, aiutandoci a ricomporre una memoria sommersa. Oltre a quella del nostro Paese, c’è anche quella personale dell’autore, dalla vita quotidiana al cinema: due memorie in realtà intrecciate, stratificate nel tempo e dislocate nello spazio, nelle frontiere, nei volti vecchi e nuovi. Memorie che hanno la funzione di convocarci per ripensare un futuro capace di superare le paure e le violenze da cui siamo oggi soffocati.
Perché, tra passato e futuro, per Segre non abbiamo scelta: è l’avvenire che ci appartiene.
«È questa la combinazione disorientante e pericolosa in cui siamo immersi: da almeno quindici anni, lungo le frontiere e gli interstizi del nostro spazio di protezione, si susseguono eventi precisi, spesso di enorme drammaticità e intensità, che poi svaniscono nel loro infinito ripetersi, costruendo un’abitudine fondata sull’oblio anziché sulla memoria.»
Andrea Segre, regista di film e documentari, è anche dottore in ricerca in Sociologia della comunicazione e socio fondatore di ZaLab. Tra i suoi film principali Come un uomo sulla terra, Il sangue verde, Io sono Li, Mare chiuso, L'ordine delle cose, Trieste è bella di notte e l’ultimo Berlinguer. La grande ambizione. Ha pubblicato due libri per Marsilio: FuoriRotta (2015) e La terra scivola (2017). È inoltre autore, con Gianfranco Bettin, de Il pianeta in mare (People, 2020).