SMETTETELA DI FARCI LA FESTA
Smettetela di farci la festa racconta di donne per parlare di società e della cultura in cui ognun* di noi cresce, ingabbiat* in ruoli stereotipati funzionali a quel sistema di potere alla base delle relazioni umane che alimenta discriminazioni, disparità e violenza. Maschilismo, sessismo, molestie sono riflesso di uno stesso squilibrio che pone gli uomini in posizione di privilegio e le donne in condizione di perenne affanno nella lotta per la parità. Uno squilibrio che è manifesto nell’educazione che riceviamo, nelle discriminazioni sul lavoro e negli studi, nella differenza di retribuzione, nel linguaggio, nelle violenze di genere, nei femminicidi.
Smettetela di farci la festa approfondisce quindi il tema della violenza e del linguaggio che usiamo nel raccontarla. Linguaggio che si fa complice perché veicola e rafforza una narrazione sbagliata della sopraffazione, che abbiamo tutt* interiorizzato.
Per cui gelosia è attenzione, possesso è amore, delitto è raptus, inteso come risposta “passionale” alla disperazione, al tormento. Un linguaggio assolutorio, che nell’assolvere il criminale minimizza il crimine, nel relegare alla follia individuale deresponsabilizza una comunità che non fa i conti con la propria identità e i propri valori, con il proprio sistema di significati. Assolve l’uomo e getta ombre sulla donna, sulla vittima, che diventa l’istigatrice del gesto folle, la responsabile, quella che “se l’è (sempre) cercata”. Quella che, ancora una volta, ha “la colpa” del suo stesso esistere.
«La violenza contro le donne non ha confini: si esprime in varie forme e a tutte le latitudini grazie a leggi, consuetudini, norme religiose, regole non scritte, pregiudizi palesemente sessisti, discriminatori, oppressivi.
Milioni sono le donne aggredite, picchiate, sfregiate, mutilate e perseguitate a cui viene limitata la libertà, viene negato il diritto a esistere ed essere.»
Stefania Spanò, in arte Anarkikka, è autrice, vignettista, illustratrice, femminista. Fotografa con ironia il disagio, ponendo l’accento in particolare sulle problematiche femminili, ed è realizza progetti illustrati che raccontano di diritti negati e sofferenze umane. Organizza campagne sociali, in particolare contro la violenza maschile, attraverso l’ideazione e la realizzazione di slogan, illustrazioni, video, manifesti, loghi e tutto quanto serva alla comunicazione. Nel 2016, per la cpo della provincia di Trento, crea una campagna contro gli stereotipi di genere che è stata stampata su 150mila bottiglie di Latte Trento. Ha illustrato dei libri a cura dell’associazione D.i.Re e ha collaborato con cgil e udi in occasione di iniziative dedicate all’8 marzo. Per fisac cgil ha curato anche il calendario Mamma, non mamma… Quando le donne non hanno scelta. È autrice di copertine per pubblicazioni delle case editrici Fandango (Quelli che spezzano di Tiziana Barillà) ed Einaudi (Stai zitta di Michela Murgia, per la quale ha anche realizzato le vignette degli interni). Le sue tavole sono esposte in mostre itineranti, ospitate da centri antiviolenza, associazioni, scuole, comuni, regioni. Pubblica su anarkikka.blogautore.espresso.repubblica.it e sulle pagine social da cui è nata.